Dalla tecnologia e dalla giurisprudenza sono arrivate due buone notizie per la tutela del cittadino.

La tecnologia ha messo ha punto dei nuovi antifurti che in pochi secondi riempiono di una coltre fumogena impenetrabile i locali o gli abitacoli visitati dai ladri. Il fumo è inoffensivo (odora leggermente di mentolo per essere distinguibile da un fumo di origine incendiaria), ma impedisce al ladro di proseguire nel suo intento, poiché non gli permette di vedere a un palmo di naso.
In combinazione con l’antifurto al fumo si può utilizzare una sirena i cui suoni, agendo sui timpani umani, sono stati studiati per provocare temporaneo disorientamento e malessere, pur essendo anche questi del tutto inoffensivi.
L’idea è geniale se si pensa che le statistiche indicano i ladri in grado di fare il loro danno peggiore nei primi minuti del furto e spesso anche in presenza di allarmi convenzionali. La soluzione è molto utile anche contro le rapine nelle ville.
L’apparecchiatura ha un costo intorno ai 2.000 euro.
Per approfondimenti visitate il sito del produttore: http://www.biomoticinternational.com. Oppure: http://www.smoke-screen.co.uk/.

Da una sentenza di cassazione invece arriva un aiuto alla prevenzione attraverso la videosorveglianza, troppo spesso accusata a sproposito di violare la privacy del cittadino: è legittimo videosorvegliare le parti comuni condominiali non protette. La Suprema Corte di Cassazione, quinta sezione penale, con la sentenza n. 44156 del 26.11.2008 ha affermato che non viola la privacy dei vicini chi installa un impianto di videosorveglianza sul proprio balcone, estendendo la visuale anche a una piccola porzione dell’area di proprietà dei vicini di casa. Questa sentenza tiene finalmente conto della microcriminalità dilagante (che per gli abitanti di un condominio è macrocriminalità) e dei numerosi casi di truffa o aggressione agli anziani in casa.

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Published on: 08 Mar 2009