Octopus Investigazioni I nostri servizi investigativi il Taccuino del Detective Domande frequenti Come contattarci
Prova il Test On Line! Curiosità ed Eventi dal mondo delle investigazioni

Le armi e la difesa personale

I recenti fatti di cronaca, che hanno insanguinato l’estate 2003 e impegnato il Ministro Castelli in dibattiti e polemiche sulla detenzione d’armi ed il loro utilizzo per legittima difesa, sono spunto di riflessioni di carattere meramente tecnico.

Chi si arma, per legittima difesa, deve sapere che è perfettamente inutile farlo se poi non si seguono dei corsi e non si frequentano regolarmente dei poligoni di tiro pratico, per prendere piena confidenza con la propria arma e con quelle situazioni tipiche di un’eventuale sparatoria.
I poligoni di tiro pratico sono luoghi attrezzati a simulare situazioni reali, nelle quali i bersagli sono spesso in movimento e si spara in condizioni sotto stress.
Iscriversi ad un tiro a segno, dove si spara con proprio comodo ad un unico bersaglio fisso da una sola posizione, sarebbe come acquistare una motocicletta ed allenarsi a guidarla nel proprio cortile, per prepararsi ai campionati mondiali contro Valentino Rossi.

Insieme all’esercizio nel maneggio dell’arma, il tiratore dovrebbe sviluppare, come praticasse un’arte marziale giapponese, un certo autocontrollo in modo da affrontare con distacco qualsiasi situazione critica e da riuscire ad applicare i principi legali, ma soprattutto morali dell’autodifesa. Un buon “pistolero” e buon cittadino, per la sua serenità interiore, per la sua sicurezza e per la sua tranquillità giudiziaria, durante la malaugurata sparatoria, non deve farsi prendere dalla rabbia e dal desiderio di rivalsa, come fosse una gara automobilistica (“tu hai tentato di superarmi e buttarmi fuori pista, ed ora io ti faccio mangiare la polvere”, come a dire: “Tu hai tentato d’uccidermi ed io te la faccio pagare”).

Ritengo che quasi tutte le situazioni a rischio rapine o furti possano essere meglio evitate da difese tecnologiche e passive come blindature, sistemi d’allarme, buone abitudini, ecc…
Il fatto di armarsi per reagire ad una rapina, infatti, non è sempre di per sé una sicurezza, anzi, innescando la sparatoria è intuitivo che i rischi aumentano.

Se l’arma serve per difesa personale (aggressioni a scopo d’omicidio, rapimento, ferimento, violenza carnale) è bene sapere:
- tenere sempre il colpo in canna sembra una cattiva abitudine, ma in realtà è ottima per la propria sopravvivenza e sicurezza.
Se, infatti, si tiene sempre il proiettile pronto al fuoco nella canna dell’arma che “s'indossa”, non potranno mai partire colpi accidentali, per aver dimenticato di aver incamerato il proiettile, poiché si saprà a priori di avere il colpo in canna.
Se poi dovesse capitare di doversi difendere, non si contano i morti tra coloro che, aggrediti, prima di reagire hanno perso tempo fatale ad armare la propria pistola;
- evitare armi con sicure complesse e laboriose, o meglio ancora evitare le sicure manuali. Potrei annoverare altrettante persone uccise mentre, sotto stress da aggressione, sparavano a vuoto con la propria arma in sicura;
- non utilizzare pistole troppo piccole; l’arma molto contenuta nelle dimensione, anche se comoda da portare, perde la sua funzione di deterrente. So di numerose aggressioni finite nel sangue perché il criminale ignorante e sbruffone non pensava che una piccola “chief” in calibro 357magnum gli avrebbe fatto tanto male;
- scegliere un calibro non troppo piccolo né troppo potente, consiglierei qualcosa compreso tra il 38 special ed il 45 HP.
Con calibri troppo piccoli si rischia di scaricare il proprio caricatore addosso all’aggressore senza riuscire a fermarlo; viceversa i calibri molto potenti sono difficili da gestire manualmente allo sparo e possono trapassare persone e cose, ferendo innocenti passanti.

Inoltre non tutti sanno che:
- facendo la media dei colpi sparati durante ciascuna sparatoria per difesa personale, l’aggredito non arriva ad esplodere più di tre proiettili, pertanto è inutile circolare con pistole dai capienti caricatori, scomode e pesanti.
Direi che bastano al massimo cinque – otto colpi a disposizione;
- i revolver di grosso calibro, soprattutto se a canna corta, nell’esplosione producono una fiammata tale da accecare temporaneamente o procurare bruciature anche a chi impugna l’arma;
- sparando con una pistola semiautomatica in condizioni d’emergenza e di stress capita di ferirsi la mano col carrello della stessa arma che s’impugna;
- sparare in ambienti chiusi senza protezioni alle orecchie potrebbe procurare gravi lesioni all’udito e nell’immediato può causare una sorta di stordimento, rendendo meno efficace la propria autodifesa;
- dopo aver fermato l’aggressore, anche quando questi sembra inerme, è bene allontanare da lui eventuali armi o altre possibilità di una seconda reazione, che statisticamente è causa di numerosi ferimenti;
- sparare in aria per intimidazione è pericolosissimo, il proiettile potrebbe colpire qualcuno ai piani alti, se ci si trova in città; oppure, ricadere su una persona ignara, uccidendola, anche a centinaia di metri di distanza.
Molto meglio, se proprio è necessario sparare un colpo d’avvertimento, mirare al terreno o a qualsiasi altra cosa, purché molle al punto giusto da “assorbire” il proietto e trattenerlo;
- uccidere una persona è più brutto di quanto si riesca ad immaginare.

Pubblicato in data: 26 Jul 2004

 

 

 


Questo articolo è di esclusiva proprietà di Investigazioni Octopus ed è coperto da copyright.
E' espressamente vietata la riproduzione e la diffusione senza preventiva approvazione.

 
Menu Octopus ->Homepage | Servizi investigativi | Test On-line | Taccuino del Detective | Domande e risposte | Contattaci | Accesso Amministratore
Investigazioni Octopus  Milano - Telefono 24 ore su 24 +39 335 7757613
Investigazioni octopus© 2002 - 2014 - info@investigazionioctopus.com - investigazionioctopus@gmail.com - >Go to English Site English Version - Privacy Policy Cookie Policy
Web by www.arkitetto.com