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Lavorando in un’agenzia investigativa s’impara e riconoscere i delinquenti dalle brave persone, anche quando queste commettono degli errori.

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La mia agenzia investigativa si occupa da più di 30 anni di indagini su grosse truffe finanziarie e commerciali. Io personalmente e i detective della mia agenzia investigativa abbiamo dato la caccia a truffatori di alto livello (o infimo, dipende dai punti di vista) che non avevano mai scontato neppure mezza giornata di carcere; gente abituata a restare impunita, pur facendo annualmente danni per decine di milioni di euro o, prima dell’Euro, per decine di miliardi.

Nell’Italietta in cui nessun delinquente dal colletto bianco va mai in galera o quasi, Vittorio Cecchi Gori deve scontare a tutti i costi un residuo di pena a 8 anni e 5 mesi per bancarotta fraudolenta nel crac della Casa di produzione Safin. Vittorio ha 78 anni: equivale a comminargli l’ergastolo, uscirebbe a 86 anni oppure da morto.

Adesso, per rimandare la traduzione di Cecchi Gori nel carcere romano di Rebibbia, gli avvocati dell’ex-produttore cinematografico stanno sfruttando la sua salute cagionevole: a dicembre 2017 Vittorio fu ricoverato d’urgenza al policlinico Gemelli, per un’ischemia cerebrale e complicazioni cardiache, che non si sono mai del tutto risolte. Intanto si spera che nel frattempo vengano concessi i domiciliari o qualche altra formula compassionevole. Il vecchietto anche questa volta è ricoverato al Gemelli, dove è piantonato come fosse Totò Rina nei suoi anni migliori o peggiori (dipende dal punto di vista).

Se è vero che la Giustizia dovrebbe essere rieducativa, cosa c’è di rieducativo in tutto ciò? Vittorio Cecchi Gori non è un delinquente abituale come quelli i cui fascicoli finiscono sulla scrivania della mia agenzia investigativa o delle Procure. semmai è stato un pasticcione e un ingenuo. E poi, per cercare di salvarsi, avrà anche commesso reati finanziari. Tuttavia è ricordato soprattutto per gli ottimi film prodotti, alcuni anche coraggiosamente.

“Dura lex, sed lex�, ma in questo caso mi pare che si debba parlare di “stulta lex� e, come al solito, di “bradypus lex�, visto che i primi guai giudiziari per Vittorio sono iniziati nei primi del 2000. La vicenda di Cecchi Gori mi ricorda tanto la persecuzione giudiziarie del povero Angelo Rizzoli, cui feci da guardia del corpo quando fu minacciato dalle brigate rosse e, seppur fossi molto giovane all’epoca, compresi immediatamente che razza di schifo ci fosse dietro alle accuse contro di lui.

Quante volte mi sono sentito dire dai clienti della mia agenzia investigativa che le leggi utili a recuperare un credito o avere ragione di una truffa sembrano pensate dai truffatori. Ed è vero! Perché sono facilmente raggirabili da chi è in mala fede e sufficientemente astuto; forse è proprio per questo che l’ingenuo Vittorio è rimasto impigliato nel meccanismo perverso.

Pubblicato in data: 02 Mar 2020

 

 

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