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Vi racconto io gli atti di amore di cui sono capaci le banche.

Il presidente Giuseppe Conte ha chiesto alle banche italiane un atto d’amore. Sarebbe comico se non fosse tragico, neppure tragicomico.
In 40 anni di investigazioni private e 32 da titolare di agenzia investigativa vi racconto gli atti d’amore di cui sono capaci le banche e ai quali ho purtroppo assistito.

Ero un giovane investigatore privato e l’agenzia investigativa per cui lavoravo m’incaricò di rintracciare un bancario che aveva utilizzato i soldi dai conti correnti di clienti distratti per fare prestiti a strozzo dopo il lavoro.
Una volta scoperto, il bancario si era dato alla macchia. Anche il suo direttore respinse le accuse e si rifiutò di risarcire i correntisti sino a quando non capì che l’intera storia sarebbe finita sui giornali.

Più tardi negli anni, quando avevo aperto la mia prima agenzia investigativa in quel di Bergamo, si rivolse a me un cliente che aveva affidato i suoi risparmi a una banca e li aveva visti sparire dalla mattina alla sera. Un impiegato infedele gli aveva fatto firmare delle carte e la banca si guardò bene dal riconoscere le proprie responsabilità indirette sino all’ultimo grado di giudizio, quando fu costretta a farlo dalla magistratura.

Quando avevo già aperto la mia agenzia investigativa a Milano, mentre tutti magnificavano un istituto bancario lodigiano poi caduto nelle maglie della giustizia, alcuni suoi correntisti si rivolgevano a me per svolgere indagini sul trattamento subito: prestiti concessi solamente per fare investimenti su derivati e porcherie del genere; roba da far sembrare le truffe agli anziani in casa tutto sommato reati minori.

Negli anni la mia agenzia investigativa Octopus ha assistito decine di vittime delle banche ad effettuare intercettazioni tra presenti mentre erano a colloquio col direttore: è sempre comico ascoltare un bancario dallo stipendio d’oro e dipendente di un’azienda che non può fallire dare lezioni di gestione aziendale a imprenditori che lottano quotidianamente con il libero mercato.

Quando ci fu la grande crisi del 2008, quasi tutte le banche pretesero il rientro immediato a buona parte dei loro clienti, questi chiesero aiuto ai parenti che svuotarono dei loro risparmi le banche stesse, peggiorando la crisi del settore bancario. La natura delle banche non cambia, proprio come quella dello scorpione che aveva chiesto un passaggio alla rana…

Qualche anno fa ho indagato su un dipendente infedele soprannominato “Mr. 900euro� che per mesi era riuscito a fare prelievi quasi quotidiani di 900 euro da un conto corrente dell’azienda dove lavorava, arrivando ad accumulare ammanchi intorno al milione. Questo dipendente non aveva delega, né titolo per effettuare quei prelievi, ciò nonostante indovinate qual è stata la prima risposta della banca?

Si sa che l’occasione fa l’uomo ladro e dove il contante scarseggia affiorano i disonesti, ma ciò che disgusta maggiormente del sistema sono i politici che potrebbero moralizzare seriamente le banche anziché proteggerle. Dimenticavo: peggio delle banche ci sono solo i politici. Persino la giurisprudenza ha iniqui riguardi nei confronti dei crimini bancari, basti pensare che lo strozzinaggio, se operato dalle banche, diventa “anatocismo� (per una forma di ipocrita rispetto) e che la maggior parte dei correntisti truffati non fanno ricorso per paura degli esiti processuali.

Le banche non imparano dagli errori, perché la loro natura è quella dello scorpione, e Conte chiede loro un atto d’amore… avrebbe dovuto chiedere un atto di responsabile e illuminato egoismo, perché se fallisce l’imprenditoria italiana trascina con sé tutte le banche e i politici. E questa volta non ci saranno i soldi neppure per un decreto salva parassiti.

Pubblicato in data: 30 Apr 2020

 

 

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