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Figlia accoltella la madre a Treviglio

Nel 1988 ho aperto la mia prima agenzia investigativa Octopus proprio a Treviglio, dove la povera signora Manuela Guerini è stata accoltellata dalla figlia quindicenne.

Manuela Guerini di 43 anni è morta accoltellata da sua figlia quindicenne nella loro casa di Via Buttinoni a Treviglio. Sembra che madre e figlia stessero litigando per un mobile montato male e che la ragazzina abbia conficcato un coltello da cucina nella schiena della madre. Nel 1988 ho aperto la mia prima agenzia investigativa Octopus proprio a Treviglio e da allora mi occupo di comportamenti giovanili a rischio, sia distruttivi sia autodistruttivi, che poi sortiscono sempre lo stesso risultato: quello di distruggere i giovani a rischio e le loro famiglie.
Da quando ho aperto l’agenzia investigativa, tuttavia, ho notato un crescendo nella rabbia giovanile verso i loro stessi familiari che trent’anni fa non c’era. Negli anni ’90 quando pedinavo un adolescente a rischio, scoprendo che faceva uso di droga e commetteva reati per pagarsela, i genitori mi chiedevano spesso di organizzare affinché fosse arrestato e, una volta arrivati in Commissariato, lo menavano davanti ai poliziotti. Mi capitava di assistere a scene, per certi versi ridicole, come quella di un giovane appena sottoposto a fermo per rapina impropria, molto violento (tanto che aveva appena mandato all’ospedale alcuni dei poliziotti che lo avevano arrestato), che si lasciava schiaffeggiare inerte dalla madre, un donnino di 40 chili comprese le scarpe.

Ora io non sono uno psicologo, sono un semplice titolare di agenzia investigativa. Tuttavia, osservando scene simili a quella sopra descritta, penso di aver individuato due motivazioni diverse al fatto che anche il delinquente più pericoloso potrebbe lasciarsi prendere, piagnucolando, per un orecchio dalla madre o dal padre: o i genitori lo hanno vigliaccamente picchiato sin da piccolo in maniera così brutale da averlo condizionato a una sorta di perenne insicurezza nei loro confronti (come fanno i domatori nei circhi per ottenere obbedienza e sottomissione da animali molto più forti di loro). Oppure, i genitori hanno saputo infondere nel giovane un tale senso positivo di sicurezza familiare da convincerlo della intoccabilità della famiglia, sua predisposizione criminale a parte.

Quest’ultima motivazione, per così dire positiva, sta venendo sempre meno, poiché in passato le famiglie erano molto più unite “nel luogo� con attività condivise e “nel tempo� con la durata del matrimonio (ancorché di facciata). E non c’è dubbio che questa coesione favorisca una miglior formazione della prole. Oggigiorno la famiglia diventa sempre più raramente un punto fermo per i figli a causa delle separazioni matrimoniali in aumento e della tendenza a rifugiarsi nello smartphone (vi sarà capitato di assistere a intere famiglie, anche numerose, al tavolo di un ristorante, trascorrere gran parte dell’anomalo “simposio� ciascuno immerso nel proprio schermo).

Un po' di disgregazione familiare e le separazioni coniugali non hanno mai fatto morire nessuno, tuttavia ultimamente i casi di violenza domestica, trattati dalla mia agenzia investigativa Octopus, riguardano sempre più spesso i figli violenti verso i genitori o altri familiari. E, dalle mie osservazioni empiriche (premesso che ho visto genitori pessimi con immeritati figli stupendi e viceversa), l’incubazione della prole violenta può essere favorita da diversi fattori, a parte quello noto a tutti del cattivo esempio da parte degli adulti. Uno di questi è l’incapacità di certi genitori di tenere i figli fuori dalla loro separazione, coinvolgendoli nel loro dissidio, per quanto civile. L’altro motivo è un eccessivo rispetto degli spazi dei propri figli minorenni, trattati come piccoli adulti. Oppure l’esatto contrario, cioè l’eccessiva invadenza mista a un atteggiamento così critico nei loro confronti da sfociare in denigrazione.

Pubblicato in data: 16 Aug 2021

 

 

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