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Luca Delfino non andava scarcerato.

Rosa Tripodi, la madre di Antonella Multari che fu trucidata da Luca Delfino, e Bruna Biggi, sorella di Luciana, vittima mai provata in Aula dello stesso Delfino, hanno lanciato un inascoltato monito per la scarcerazione dell’assassino dopo soli 16 anni di galera. Io da semplice investigatore privato e titolare dell’agenzia Investigazioni Octopus di Cassano d’Adda le avrei ascoltate. Adesso Luca Delfino è stato spostato al REMS (che è un modo gentile di chiamare il manicomio criminale) Villa Caterina di Genova Prà.

Spesso le vittime e i loro familiari o amici più vicini dimostrano una capacità di analisi del pericolo e della pericolosità del loro aggressore di gran lunga più accurata di qualsiasi criminologo o criminalista. L’esimio collega detective privato ed esperto in sicurezza Gavin De Becker lo ha chiamato “il dono della paura”. Magistrati e Polizia Giudiziaria farebbero bene ad ascoltare le sensazioni delle vittime, poiché in quarant’anni come investigatore privato e titolare dell’agenzia Investigazioni Octopus di Cassano d’Adda non mi è quasi mai capitato che si sbagliassero.

Farsi trasferire in ospedale o comportarsi da detenuto modello per pianificare meglio la fuga è una strategia vecchia come la storia del crimine stesso e Luca Delfino la sta seguendo alla lettera. Del resto il REMS Villa Caterina non è esattamente Fort Knox; c’è stata più di un’evasione, ma non rocambolesca, piuttosto si è trattato di fughe da dormire in piedi (riferito ai guardiani). Dietro alla volontà di curarsi espressa dall’assassino io personalmente, da investigatore privato e titolare dell’agenzia Investigazioni Octopus di Cassano d’Adda che si occupa di violenza di genere, vedo un criminale narcisista e manipolatore in cerca di opportunità di fuga.

Del resto la vicenda di Luca Delfino è un susseguirsi di sbagli e sottovalutazioni da parte di magistrati e inquirenti. L’assassino ha trascorso in carcere solamente 16 anni e 8 mesi, grazie a un vizio parziale di mente e al fatto che ha optato per il rito abbreviato, tanto amato dai nostri magistrati.
La condanna è ridicola se si considera che il Delfino è fortemente sospettato d’aver trucidato anche un’altra fidanzata, la povera Luciana Biggi, del cui omicidio gli inquirenti non sono stati in grado di farlo condannare. Per di più sembrerebbe che dal carcere Luca Delfino abbia tentato di pianificare come mandante anche l’omicidio di Bruna Biggi, che lo accusava con forza d’aver ammazzato la sorella. Quest’ultimo dettaglio dovrebbe suggerire che il Delfino è più pericoloso e organizzato che psichiatrico.

Luca Delfino alla prima occasione, dimostrerà di cosa è fatto e farà altre vittime, mentre gli psichiatri si gingilleranno con il suo programma di rieducazione e reinserimento. Ricordo che pensai la stessa cosa di Angelo Izzo, il massacratore del Circeo, e purtroppo i fatti mi diedero ragione.

Pubblicato in data: 05 Aug 2023

 

 

 


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