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Due grandi bugie svelate dai suicidi di Susan John e Azzurra Campari.

La vicenda di Susan John, donna nigeriana di 43 anni lasciata morire di fame nel carcere Le Vallette di Torino, dimostra come siano vani i nostri sforzi di noi umani nel tentare di sottrarci all’atavica, direi meglio: primordiale, legge del più forte.

Mi capita spesso, come investigatore privato autorizzato alle indagini penali e titolare dell’agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda che si occupa di criminalistica, di assistere all’applicazione della Legge non secondo criterio di uguaglianza, ma secondo il potere dell’imputato o del condannato. Potere in termini di capacità economica, peso sociale, visibilità mediatica e persino appartenenza politica.
La differenza di trattamento tra il terrorista anarchico Alfredo Cospito e Susan John la dice lunga su come la Legge non sia uguale per tutti; al netto del fatto che non è facile prevedere gli effetti letali di uno sciopero della fame e ancor meno della sete. Quando il 22 luglio scorso Susan fu arrestata per tratta di esseri umani pesava 80 chili e le sono basati meno di trenta giorni per morire, mentre protestava contro il divieto di vedere suo figlio di tre anni; direi che molto probabilmente è morta più di sete che di fame. E questa morte per disidratazione avrebbe potuto essere evitata, oltre che con un po’ di pietà verso una madre, sottoponendola ad alimentazione forzata.

Non conosco esattamente il curriculum criminale di Susan, ma so, per esperienza su casi di rintraccio di persone seguiti dagli investigatori privati della mia agenzia investigativa Octopus, che dietro alle imputazioni di “tratta di esseri umani” spesso si nascondono storie di altrettante vittime di schiavisti o trafficanti che il nostro sistema giudiziario non riesce neppure a vedere.
Se parliamo di scafisti e trafficanti arrestati dopo i naufragi, non bisogna essere un investigatore privato esperto in caccia all’uomo per capire che i soggetti trovati a bordo delle barche della morte sono l’ultimo ingranaggio dell’immigrazione clandestina, anch’essi vittime dei veri trafficanti che spesso si nascondono tra i potenti dei Paesi di partenza, che ricevono finanziamenti dall’Europa per fermare i flussi ed estorcono soldi ai disperati per favorire gli stessi flussi.
Se invece parliamo di vero e proprio traffico umano e schiavitù per lo sfruttamento sessuale, in molti anni in cui la mia agenzia investigativa Octopus si è occupata, per conto di familiari o di clienti innamorati, di rintraccio e recupero di donne ridotte in schiavitù e fatte prostituire, posso dire che è molto labile il confine tra buoni e cattivi, sfruttati e sfruttatori. In ogni caso, anche se Susan fosse stata la peggiore trafficante di esseri umani, ditemi cosa c’era di rieducativo nel negarle visite protette col figlio ancora bambino.

Poi c’è Azzurra Campari, carcerata anche lei a Torino per scontare una pena relativa a fatti non particolarmente gravi e risalenti a cinque anni prima, ben sapendo delle sue fragilità emotive. Il suicidio della povera Azzurra svela la seconda grande bugia del nostro sistema giudiziario, oltre a “La legge è uguale per tutti”. E cioè: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Dopo cinque anni probabilmente Azzurra si era rieducata da sola e tentava di stare in piedi con le sue sole fragili forze, che la così detta giustizia le ha spezzato.

Pubblicato in data: 15 Aug 2023

 

 

 


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